Vitigno
Nerello Cappuccio
Denominazione
Terre Siciliane I.G.T
Abbinamenti
Carne rossa, Carne bianca, formaggi, salumi
Fermentazione
Fermentazione in acciaio a temperatura controllata, con circa 15 giorni di macerazione, con l’ausilio di uno specifico lievito autoctono selezionato dall’azienda dopo una lunga sperimentazione
Gusto
Al palato è secco, minerale, poco tannico, con una piacevole acidità e buona persistenza con aroma di frutta rossa.
Provenienza
Santa Maria di Licodia, (CT)
Nerello Cappuccio in purezza. Varietà coltivata sull’Etna da secoli. Il suolo è sabbioso, vulcanico, ricco di minerali e di scheletro, a reazione sub-acida. Ci troviamo in Contrada Cavaliere, versante sud-ovest dell’Etna, all’interno del territorio del Comune di Santa Maria di Licodia (CT). Le viti, di quasi 30 anni, sono coltivate a spalliera, con una densità d’impianto di circa 6.500 ceppi per ettaro ed una resa di 7.000 kg/ha. Il clima di montagna è meno piovoso rispetto agli altri versanti, con una elevata ventilazione ed escursioni termiche rilevanti. Le uve vengono raccolte a mano alla fine della prima decade di ottobre e diraspate. Fermentazione in acciaio a temperatura controllata, con circa 15 giorni di macerazione, con l’ausilio di uno specifico lievito autoctono selezionato dall’azienda dopo una lunga sperimentazione. Il vino matura solo in acciaio per circa 12 mesi, prima di un ulteriore affinamento in bottiglia per circa 6 mesi.
Alla vista, appare di colore rosso rubino vivo con deboli sfumature violacee. Al naso è speziato, con delicate note erbacee e di frutta rossa. Vino molto versatile che riesce ad essere abbinato a carni rosse, formaggi stagionati e anche a pietanze elaborate a base di pesce o carni bianche. Ottimo per il servizio a mescita.
Una visione innovativa proiettata alla produzione vitivinicola di eccellenza: questo è il dogma di Benanti, una famiglia di antiche origini bolognesi che vanta una storia secolare. Il ramo siciliano nasce nel 1734, quando un discndente viene inviato in Sicilia da Vittorio Amedeo d'Aosta. Alla fine dell'Ottocento Giuseppe Benanti avvia la produzione viticola. Da allora, di generazione in generazione, questa famiglia innamorata del "fare vino sul vulcano" ha saputo convertire una semplice passione in una maestria: saper esaltare le peculiarità dei vitigni autoctoni in un territorio indomit ed eterogeneo. La ricerca e la creazione di vini autentici, capaci di celebrare il terroir etneo nelle sue varie espressioni, diventano un tratto distintivo della produzione.
La famiglia Benanti, di fatto, ha vissuto da protagonista ogni periodo storico della viticultura etnea, contribuendo in prima persona alla sua evoluzione. L'azienda, oggi gestita da Antonio e Salvino Benanti, annovera una produzione annuale di circa 170.000 bottiglie, destinate a diversi mercati del mondo.
La ricerca dell'eccellenza in vigna e in cantina è la missione che guida l'approccio filosofico e tecnico dell'azienda. I vini Benanti si contraddistinguono per carattere, autenticità ed eleganza; caratteristiche che li rendono riconoscibili e memorabili nel tmepo, rifuggendo da novità effimere e mode del momento.
Il "saper fare vino" affonda le radici nel tempo e nel territorio. I vitigni sono autoctoni, le uve vengono raccolte a mano, le alte densità di impianto si abbiano a rese contenute. La vinificazione è attenta e prudente e avviene con l'ausilio di lieviti autoctoni selezionati in vigna.
Saper fare significa anche riconoscere e rispettare a fondo la diversa vocazione storica di ciascun versante dell'Etna, lasciandosi guidare sempre e solo dal territorio e dunque dall'inscindibile binomio secolare versante-vitigno.