Sin dal primo giorno Giuseppe Benanti ha coltivato l’ambizione di dimostrare l’enorme potenzialità del Carricante di Milo. Questo vino, il cui nome richiama il paesaggio vulcanico, la pietra focaia, la mineralità ed infine la sapidità della brezza marina, è ormai considerato uno dei bianchi più tipici, eleganti e longevi del panorama vitivinicolo italiano. La vigna da cui si ricava questo pregiato Carricante si trova in Contrada Rinazzo, sul versante Est dell’Etna all’interno della municipalità di Milo (CT). E' una contrada particolarmente vocata per altitudine ed abbondante luminosità, esposizione al mare e ventilazione. Esposta ad est sul mare, ad un’altitudine di 800m s.l.m., cresce su terreno vulcanico sabbioso, ricco di minerali, a reazione sub-acida. Le piante di età variabile, fino ad arrivare ai 90 anni, sono allevate ad alberello tradizionale, in appoggio al palo di castagno, su piccole terrazze con muretti a secco, con una densità d’impianto da 8.000 a 9.000 ceppi per ettaro ed una resa di circa 5.500 kg/ha. Il clima è di montagna, umido e con precipitazioni sia piovose che nevose nella stagione più fredda, con una elevatissima ventilazione ed escursioni termiche rilevanti. Le uve vengono raccolte a mano dopo metà ottobre e vengono pressate intere con spremitura soffice del grappolo. La fermentazione si svolge per circa 12 giorni ad una temperatura controllata in serbatoi di acciaio, con l’ausilio di uno specifico lievito autoctono di proprietà dell’azienda, selezionato dopo una lunga sperimentazione. Il vino è lasciato maturare in vasca d’acciaio con le proprie fecce nobili per circa 24 mesi, con frequenti, periodici bâtonnages prima di passare in bottiglia, dove affina per almeno 12 mesi.
Alla vista è giallo paglierino con accesi riflessi verdi. Intenso al naso, ricco, ampio, complesso, fruttato con sentori di fiori di zagare e di mela matura. Ottimo con piatti a base di pesce, frutti di mare e pietanze anche elaborate.
Una visione innovativa proiettata alla produzione vitivinicola di eccellenza: questo è il dogma di Benanti, una famiglia di antiche origini bolognesi che vanta una storia secolare. Il ramo siciliano nasce nel 1734, quando un discndente viene inviato in Sicilia da Vittorio Amedeo d'Aosta. Alla fine dell'Ottocento Giuseppe Benanti avvia la produzione viticola. Da allora, di generazione in generazione, questa famiglia innamorata del "fare vino sul vulcano" ha saputo convertire una semplice passione in una maestria: saper esaltare le peculiarità dei vitigni autoctoni in un territorio indomit ed eterogeneo. La ricerca e la creazione di vini autentici, capaci di celebrare il terroir etneo nelle sue varie espressioni, diventano un tratto distintivo della produzione.
La famiglia Benanti, di fatto, ha vissuto da protagonista ogni periodo storico della viticultura etnea, contribuendo in prima persona alla sua evoluzione. L'azienda, oggi gestita da Antonio e Salvino Benanti, annovera una produzione annuale di circa 170.000 bottiglie, destinate a diversi mercati del mondo.
La ricerca dell'eccellenza in vigna e in cantina è la missione che guida l'approccio filosofico e tecnico dell'azienda. I vini Benanti si contraddistinguono per carattere, autenticità ed eleganza; caratteristiche che li rendono riconoscibili e memorabili nel tmepo, rifuggendo da novità effimere e mode del momento.
Il "saper fare vino" affonda le radici nel tempo e nel territorio. I vitigni sono autoctoni, le uve vengono raccolte a mano, le alte densità di impianto si abbiano a rese contenute. La vinificazione è attenta e prudente e avviene con l'ausilio di lieviti autoctoni selezionati in vigna.
Saper fare significa anche riconoscere e rispettare a fondo la diversa vocazione storica di ciascun versante dell'Etna, lasciandosi guidare sempre e solo dal territorio e dunque dall'inscindibile binomio secolare versante-vitigno.